“Ritorno a Miramar”, spassoso universo parallelo asburgico

di Livio Cerneca

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A Trieste è in corso di rappresentazione uno spettacolo pessimo. Noioso, snervante, deprimente, interpretato da attori che non sarebbero riusciti a passare le selezioni neanche per esibirsi con una filodrammatica da oratorio per la festa del santo patrono rionale, è decisamente più di quel che un triestino possa tollerare. Sì, la campagna elettorale per le amministrative è una commedia molto scadente.

Per riprendervi dallo sfinimento e tornare a convincervi che a Trieste vale comunque la pena vivere, potreste prenotare una poltrona al Teatro Bobbio per una delle serate in cui si rappresenta Ritorno a Miramar di Alessandro Fullin, per la regia dello stesso Fullin e di Tina Sosič.

Concepito come una continuazione del primo e fortunatissimo Sissi a Miramar, il nuovo spettacolo interpretato da Ariella Reggio, Marzia Postogna, Francesco Godina, Giulia Corrocher, Franko Korošec e Valentino Pagliei, è ambientato nel castello di Miramar dove Sissi, scampata all’attentato in cui tutti credono sia morta, si è rifugiata, ospite non proprio gradita di una bisbetica Carlotta che è costretta a mettere in scena rievocazioni storiche a uso dei turisti, visto che non le è stata concessa la pensione di reversibilità del defunto Massimiliano. Le due nobilissime sono servite e riverite – si fa per dire – da Ottilia, una governante dal passato turbolento poco predisposta al lavoro in generale interpretata da un imperturbabile Fullin.

Ci si ritrova così in un universo parallelo in cui il pantheon della mitologia asburgico-triestina ha non solo rapporti diretti e informali con Guglielmo Oberdan e con un famelico Gabriele D’Annunzio, ma fa continui riferimenti a fatti e personaggi dei nostri giorni: le famigerate begonie del parco del castello, la chiusura del negozio di abbigliamento “Godina”, le clanfe di Cosolini. Anche gli stessi tecnici e scenografi vengono chiamati in causa, con un effetto stordente garantito. È una parodia fulminante e atemporale gustosissima, piena di trovate talmente improbabili da risultare praticamente necessarie.

La lingua italiana è mescolata al dialetto triestino, e la fusione rende ancora più spassosi certi passaggi che non avrebbero lo stesso impatto se fossero limitati solo all’una o all’altro.

Per quanto ci sia tanto da ridere e da divertirsi, il lavoro svolto dalla compagnia La Contrada sembra immensamente più utile di quello che stanno facendo i protagonisti della campagna elettorale. Ma, anche se potrebbe essere un esperimento interessante, non crediamo sia il caso di chiedere ad Ariella Reggio di fare il sindaco e ad Alessandro Fullin di occupare il posto di assessore. Loro sono persone serie.

Ritorno a Miramar ha debuttato il 29 aprile al Teatro Bobbio a Trieste, e prosegue le rappresentazioni fino all’8 maggio. Serali, ore 20:30. Domenica e martedì, ore 16:30.

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