Sul “Caravan” di Jennifer Pashley. Un thriller nel profondo sud degli USA

di Francesca Macor

Il Caravan di Jennifer Pashley, Carbonio editore, è un thriller on the road cupo e poetico, la cui storia si svolge ineluttabile come la strada che scivola sotto le ruote della Gran Torino che ci trasporta verso il sud degli Stati Uniti.
Al suo interno c’è Rayelle, ventitreenne cresciuta troppo in fretta, come tutte le figlie dimenticate dalle leggi del consumo, che affoga nell’alcool il proprio senso di inadeguatezza e i suoi ricordi sfocati di violenze subite (o a cui non è consapevole di aver assistito fin da piccola); alla guida c’è Couper, giornalista investigativo sulle tracce delle donne scomparse tra quelle strade. Davanti a loro una rabbia selvaggia, tramutata in violenza fredda, che distrugge tutto ciò che incontra e che lega inspiegabilmente Rayelle a tutte quelle morti.
Nel ritmo lento e coinvolgente di un moderno western, Pashley ci mostra la violenza, il disagio, l’abbandono e la disperazione, nascosti come polvere sotto il tappeto dell’America delle grandi opportunità, e le enormi conseguenze che inevitabilmente ne scaturiscono.

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