letteratura

Gep

di Ruben Salerno Cinque a quattro per me, quaranta a quindici, match-ball. Servo per l’incontro. Gep non parla, se ne sta fermo al di là della rete e sogghigna. Le regole le ha fatte lui. «Partita...

Petrarca e la spiritualità

di Marta Vannicola e se non fosse l'amore dei miei,io vorrei esser nato in qualsiasi altro tempo da questo infuori;ond’è che adoperandomi a dimenticare i viventi,a nulla più intesi che...

La “libertà” di Roberto Saviano

di Primož Sturman “Il suo assegno deve firmarlo l’amministratore contabile e oggi non c’è, torni un'altra volta.”“Non potreste farmi un bonifico?”“L'ultima volta aveva detto di preferire gli assegni. Torni quando...

Essere un uomo, essere una donna: la ricetta di Philip Roth per la vita adulta

Di Francesca Plesnizer «Accorrevo subito quando la mia padrona Maureen chiamava. Se è così, oh ditemi come posso smettere! Come faccio a diventare ciò che, in letteratura, si definisce un...

L’eterno pellegrinaggio di Sándor Márai

di Francesco Bercic   A distanza di settant'anni, Le braci (Adelphi, 2000) e la vita del loro autore rimangono vie contigue verso quella che, sempre più, sembra essere una pace impossibile. Chissà...

Il mercato coperto della carne, i cavalli e il panetto di burro.

Di Francesca Plesnizer Sono arrivata in città da pochi minuti e lo sto aspettando. Una fame mi si muove dentro: tutto è così grande che si smarrisce nei miei occhi, non c'è il tempo di catturare quest'anima di cemento. Non riesco a credere di essere qui, di esserci per davvero,...

Esperire la cattedrale: tra Carver e Notre-Dame

di Francesca Plesnizer Nel racconto “Cattedrale” di Raymond Carver (che dà il titolo a quella che è, forse, la sua raccolta più conosciuta), un cieco va a far visita a una vecchia amica e a suo marito. Quest'ultimo è in ansia perché non sa come interagire con un non vedente....

Come vento tra i pini

di Silvia Maffetti    “Kiyo” significa limpido, come un corso d’acqua che scorre cristallino senza trascinare con sé detriti e scorie lungo la via, incurante delle asperità, rimanendo puro nel tempo e nello spazio. Così suo padre, il Maestro, era solito spiegargli la scelta del nome che gli era stato...

Terza Pagina #17. Difendersi e respirare.

di Francesca Plesnizer Difesa Posso toccare le sue guance, il naso, sentire le labbra sotto i polpastrelli e i baffi e la barba e il sorriso e la riluttanza del sonno che sfuma. L'impalpabile si fa corpo sotto le mie mani. Tocco, ma per davvero? Saggiando con le dita mi graffio, mi brucio i polpastrelli di foga e di rammarico perché non...

La necessità di una prospettiva orizzontale. Intervista a Giulia Caminito

a cura di Davide Pittioni La grande A è stato uno dei romanzi presentati nel corso della prima edizione del Festival Letteraria. “Una storia umana – avevamo scritto nella recensione che motivava la scelta – di due generazioni di donne, madre e figlia, in cui l'Africa figura come il principale...

Terza Pagina #13. Storie di Svevo

di Arturo Bandini Il dolore dei ricchi (e delle piante) Ricordo quando scendevo le scale, in un braccio la bambina e nell'altra il passeggino. Sabrina mi guardava giuliva, dall'alto dei suoi nove mesi di vita. Era già bella, come tutto ciò che non ha senso, né reale motivo di esistere. Con...

Un movimento di meno

di Piero Rosso Nell’accezione comune, “eredità” rappresenta il trasferimento di patrimoni, memorie storiche, dati virtuali, etica e moralità a un beneficiario. In un primo momento, l’idea di ricevere appare vantaggiosa; presto ci si accorge che essa non è un atto di libertà. In questa trasmissione si crea un rapporto di debito...

I dettagli “inutili” di Alberto Fragomeni

di Silva Bon ne prendo una per non sentirmi dio. e un’altra per non sentirmi una merda. e un’altra ancora per non aver paura di sentirmi una merda. o forse per non aver paura di sentirmi dio. non lo so, non l’ho ancora capito...   (A. Fragomeni, Dettagli inutili, in "Collana 180", Alfabeta Verlag Editore, 2016) Per me è impossibile leggere...

L’identità è una questione linguistica: “L’analfabeta” di Agota Kristof

di Ilaria Moretti È morta nel 2011 a Neuchâtel, sua città d’adozione. Aveva settantacinque anni e da tempo non scriveva più. A guardare a passo di gambero l’opera di Agota Kristof, scrittrice ungherese naturalizzata svizzera, il tutto suona quasi come una premonizione. In un’intervista del 2005 a Stefania Vitulli aveva...

La scrittura come ricordo

di Ilaria Moretti Scrivere di una mancanza. Guardarsi indietro e precipitare in un pozzo nero. L’esistenza è attraversata da buche, punti morti. Nel gergo poetico sono gli “oublis”: atti del dimenticare. C’era un vuoto nella prosa di Annie Ernaux, normanna, classe 1940, insegnante di letteratura, scrittrice dal 1974. Da anni,...

Appunti su Pavese, la poesia, il mito

di Giuseppe Nava 1. Lavorare stanca, unica raccolta poetica pubblicata in vita da Cesare Pavese, esce nel 1936. A quel tempo lo scrittore piemontese non ha ancora delineato quella “poetica del mito” che teorizzerà negli scritti del 1943-44, sotto l’influsso di studi di etnologia, e che metterà in pratica in...

Una solitudine rumorosa e affollata

di Lilli Goriup "Da trentacinque anni lavoro alla carta vecchia ed è la mia love story. Da trentacinque anni presso carta vecchia e libri, da trentacinque anni mi imbratto con i caratteri, sicché assomiglio alle enciclopedie, delle quali in quegli anni avrò pressato sicuramente trenta quintali, sono una brocca piena...