Terza Pagina #17. Difendersi e respirare.

di Francesca Plesnizer

Difesa

Posso toccare le sue guance, il naso,
sentire le labbra sotto i polpastrelli
e i baffi e la barba e il sorriso
e la riluttanza del sonno che sfuma.
L’impalpabile si fa corpo sotto
le mie mani.
Tocco, ma per davvero?
Saggiando con le dita mi graffio,
mi brucio i polpastrelli
di foga e di rammarico
perché non so per quanto ancora,
perché tocco ma non possiedo

(non per davvero,
non per davvero).

E allora che il volto suo si ricopra
di spine
e prepotenza umana.
Non lo raggiungo,
né lo trovo.

(E mi derido per averci creduto)

 

Respiro

Alle otto del mattino le rondini ci parlano
venendoci appresso;
si nascondono nei comignoli
e tra tegole rossastre.
Camminiamo circondati dalla pietra
sotto e a destra e a sinistra,
in alto un orizzonte mai visto
né insieme
né da soli.
Ti svegli presto e nuoti insieme a me:
fai un po’ fatica – non sei allenato;
poi torni a fotografare un mondo brullo
fatto di staccionate in legno,
pecore sole,
valuta straniera e famiglie vicine di casa.
Sudiamo tenendoci la mano
sorrido,
non penso,
galleggio,
non penso,
tutto racchiude senso
e una qualche potenzialità.
Non me ne importa nulla e al contempo
m’importa di tutto,
d’abbracciare tutto
senza che niente mi coinvolga,
eccetto quest’attimo azzurro.

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