Essere magicamente in grado di riconoscere i controllori in borghese sugli autobus: per analizzare la nascita di questa fantasia seguiamo il nostro paziente dentro un fitto sottobosco nel quale foglie di Leccio, sedimentate su sé stesse, e su sé stesse cristallizzate in poltiglie acquitrinose, creano l’humus di una malcelata violenza infantile subita e rimossa. Poltiglia avrebbe potuto essere il nome dell’episodio, il nome di un paziente che potete ancora vedere, sulla Linea 6, a elargire lezioni di vita millantando doti visive fuori da comune (ma solo per i controlli in borghese).





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