La “Caccia alle streghe” di Silvia Federici

di Francesca Macor

La parola “gossip” deriva dall’antico inglese “godsibb”, padrino, esteso poi a “conoscenza familiare” e prima del XVI secolo indicava in particolare le amicizie femminili; significato che è stato degradato fino a quello attuale di chiacchiere futili, in concomitanza con l’avvento del capitalismo – attraverso le enclosures, la repressione delle rivolte contadine e la caccia alle streghe -, per distruggere la compatta comunità femminile che esisteva al tempo e che poteva contrastare le nuove classi sociali dominanti.

Silvia Federici in Caccia alle streghe, guerra alle donne, per NOT di Nero edizioni, fornisce un quadro storico di ciò che lega il patriarcato al capitalismo, indicando come il metodo repressivo della caccia alle streghe venga ancora utilizzato nei paesi in via di sviluppo dalle grandi potenze e multinazionali.
La violenza sulla donna va oltre gli aspetti che già conosciamo, poiché attaccando il corpo riproducente si attacca e si distrugge l’integrità dell’intera comunità, che viene piegata all’obbedienza o portata all’estinzione.
Il corpo della donna si pone sempre nel fulcro della questione: chi detiene il controllo del corpo riproducente, detiene il controllo sulla massa proletaria, sulla sua istruzione, le sue aspirazioni, sui suoi desideri e bisogni.

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