Terza Pagina. “Pinocchio singhiozzo”

di Teo Verdiani

Che vada a fare in culo la Fata Turchina
Che poi la amo
È che mi è andata per traverso quella cosa di diventare vero
La verità fa schifo
Dicono che ho mostrato bravura, coraggio e disinteresse
Film del cazzo quello
Il libro è pure peggio
Io ero solo io
E non è poco
Neppure molto
Ero di legno
Ma avevo un’anima
Forse spirito
Che poi è solo quella cosa di muovere le cose senza il corpo
Sta cosa la fanno sia Gesù che i tetraplegici
Solo Plotino ne parla bene
Non ho mai voluto essere Gesù e neppure un tetraplegico
Non per umiltà
È che non volevo condividere le loro sfighe
Checché se ne dica
Di loro comprendo solo quelle
Gli eroismi li ho sempre lasciati agli altri
Come fanno tutti i bambini veri
Volevo essere mediocre
Col senno di poi
Di quelli che fanno la cosa giusta
E che nessuno li ringrazia
Che fanno una cosa a caso
E nessuno li ringrazia
E che fanno silenzi epici
E che di tanto in tanto se ne vantano
A Natale
Ai pranzi
A letto
Niente
Non è andata
Ero di legno
Faccio il diavolo a quattro
Ma solo per amore
Scivolo eroicamente e mi consegno alla leggenda
Divento bambino vero
Quel senso di compiutezza durò 38 secondi
Fui carne
Entusiasmo
Poi scoramento
Cazzo, morirò!
Ma vivrò
Poi morirò
Mi frammentai
Ai primi pruriti
Che mai da legno provai
Ero solo entusiasmo
Ero solo scoramento
Ero solo entusiasmo
Ero solo scoramento
Ero solo
Sentii il sangue scorrermi dentro
Capii che si divide in due gruppi
Il mio e quello degli altri
Grillo dimmerda
Che a farci sentire in colpa sono buoni tutti
Tutti sanno che fare senza le pulsioni
Del corpo
Era solo un cazzo di grillo
Antropomorfo
La caricatura della caricatura del peccato originale
Grazie al cazzo che è originale
Come il mio non ce l’ha nessuno
Lo chiamerei “peccato peculiare”
Parlami piuttosto del peccato condiviso
Banale
Sociale
Che quello lo capisco
E poi so cosa votare
Non farmi filippiche che le soffro e basta
Che a saper il da farsi lo avrei già fatto, no?
Idiota
Devo sperimentare la volontà
Specie nel dolore
Altrui
Per assumermi il peso del male
La mia parte che sta più sul cazzo
Mi grattai fino a scoprire le ossa
Sopportai il dolore
Era nuovo
Mi concentrai
Mi riconobbi
Nel mandato alla vita di quel buon uomo di mio padre
Geppetto
Un uomo solo
Che mi ebbe dal dolore
Senza partorirmi
Fui frutto di una solitudine
Inconsolabile
Non lo consolai neppure con l’atto più magico al mondo
E porco cazzo se la mia venuta al mondo non fu magica!!!
Eppure certe solitudini non si fanno convincere neppure dai miracoli
Chi ti dà il mandato alla vita?
Quegli stronzi che ti mettono al mondo
Una vita a consolarli
Non funziona
E poi registri che i dolori sono inconsolabili
Sono solo maledizioni
Ci sta
A dir il vero quando lo salvai dalla balena
Mi fu grato
Tuttavia se non avessi fatto la testa di cazzo
Dentro alla balena non ci sarebbe finito
Mi feci sintomo
Lui preoccupazione
Non risolvemmo nulla
Diventai bambino vero, però
Lieti fine di merda
A restar di legno facevo un affare
Nessuno guarì
Lui poi morì
L’ho visto
Sembrava di legno come me
Io mi feci carne
Sembravo uno stronzo come lui
Volevo essere altro
Fu la che smisi coi vezzeggiativi
Provai quella cosa di farmi asino
Cercai Lucignolo
Lo trovai
Tramite un parente ammanicato col cocchiere
Non mi interessava più
Era già fottuto
Mi piaceva quell’ibridanza
Dove sei uno stronzo che se ne fotte del futuro
Ma hai ancora sembianze umane
Ero un bambino vero
E noi bambini veri vogliamo sempre essere in forma
Per chiavarci il futuro ad alti livelli
È che il futuro chiava con tutti
Ma si affeziona a pochi
Figlio di puttana
Cominciai a bere per dimenticarmi
Del fatto che bevevo
Cominciai poi a drogarmi per dimenticare
Che un giorno sarei morto
Senza incontrare
Sto rinomato futuro
Ci sta
Poi smisi
In uno dei miei slanci
Frammentati
Di entusiasmo
Il grillo ritornò
Grazie al cazzo che vuoi tornare quando ho smesso
Nessuno vuole stare vicino ad un tossico
Mentre esercita la sua funzione
Ah!
Altra cosa dell’essere veri
Vuoi scopare
Sempre
Comunque
Qualsiasi cosa
Ho fatto veramente schifo
È che il mio schifo ho imparato a sopportarlo
La complessità sta nello schifo degli altri
Ma lo sanno
Non è quasi mai stato un problema quello
È che quando scopavo
Il grillo guardava
Credevo fosse per il mio bene
Era solo un porco maledetto
Carne maledetta
Solo pruriti
Novità assoluta
Che goduria a grattarmi però
Fino a scavare la carne
A sanguinare
Per capir di essere vivo
E rassicurarmi di esserlo
Magra consolazione
Se si è condannati alla morte
All’abbandono
Geppetto via
La stronza della fata via pure quella
Il grillo se n’è andato, non poteva affossarsi con me
Lucignolo era il mio role model, pure lui via
Mangiafuoco?
Un dilettante, io nella sua condizione avrei fatto pure peggio
Il Gatto e la Volpe?
Potessi rivederli oggi mi misurerei con loro solo adoperandomi
Nella cattiveria che ho accumulato
Me li fotterei come stanno
Temo solo il cocchiere
Quello è di un’altra fatta
Le cose non umane mi spaventano
È tipico di noi bambini veri
Mi difesi con la verità
Per sentirmi vero
Ne mangiai troppa e troppo velocemente
Mi andò di traverso
In fondo una volta ero di legno
Certi automatismi ti restano
Tipo non ritenere fondamentale quella cosa di respirare.
Figurarsi a nutrire il corpo
Per com’ero messo
Mi prese un singhiozzo
Passerà, pensai
Passerà, pensai
Passerà, pensai
Dopo 10 anni
Mi rassegnai
Passerò, pensai
Passerò, pensai
Passerò, pensai
Comprai una Beretta
Da quel magnanimo di Mangiafuoco
Ho limato sul prezzo
Singhiozzando che in fondo io ero peggio di lui
E che se fossi guarito
Lo avrei cercato
E lo avrei sventrato con le mie mani
Con ogni mezzo possibile
Gli ho giurato che mai sarebbe stato tranquillo
E che se l’ho fregato quand’ero una bambino di legno
Ingenuo
E innamorato della vita
Figuriamoci adesso
Questa messa in scena più 300 euro
Bastarono e avanzarono per quella Beretta.
Ora singhiozzi di coscienza
In testa
Ultimi istanti
Carico il cane della pistola
Guardo dentro la canna
M’immagino dal fondo veder corrermi incontro
Me stesso bambino reale
Di legno
Non vero
Prego Collodi si perdoni
Più di quanto io sia riuscito a far con me stesso
Addio verità
Addio carne
Addio singhiozzo

*Link all’immagine (un’illustrazione di Pinocchio del 1883 di Enrico Mazzanti) e ai crediti tratta da wikipedia, qui il riferimento

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