La Locomotiva

di Ruben Salerno

Binari

Quali sono i doveri di un buon cristiano? La vita ti gioca brutti scherzi e stare lì a interrogarsi sul suo senso profondo finisce per essere spesso inutile o, peggio, obsoleto. Il fatto che qualcuno possa aver già detto o concluso prima di te le pensate geniali, frutto di ore di riflessione e notti tormentate, ti dà un fastidio fottuto. Guardi il tg, leggi il giornale e ti crei un’opinione, poi ti confronti con altri tuoi simili esprimendo giudizi ragionati e vedi che non capiscono o, peggio, non vogliono capire. “Mediocri”, dici tra te e te ma, se ti fermi lì a pensare troppo, finisci per convincerti di essere tu l’idiota e intanto il tempo scorre, poi ti viene fame, sete, sonno, ecc. Il fatto di credersi “creati a Sua immagine e somiglianza” e ritrovarsi schiavi dei propri bisogni fisiologici è frustrante, ti par di non essere poi così diverso da Tabou (in francese si scrive così), il cane della tua amica Mila.

La vita è come guidare una locomotiva. Gli illusi di genitori, da quando nasci, provano a costruirti dei binari sui quali poi tu dovresti viaggiare in sicurezza per il resto della vita. Nessuno però ti avvisa che forse non li hanno fatti dritti, che sono andati a braccio e a occhio perché non avevano né metro, né bolla e il ferramenta era in vacanza. Poi, andando, scopri che i giunti che doveva fissare la maestra in verità sono un po’ laschi perché era distratta dalla routine dell’insegnamento eppoi soffriva perché, dopo due mesi di ferie, non riusciva a riprendere ritmo. Tu però vai a tutto vapore, in fondo sei giovane e pieno di energie e le scorte di carbone sono piene, anzi, vorresti andare più forte! Nessuno però si è ricordato di avvisarti che le ruote si stanno consumando perché il tuo allenatore, che doveva oliarle, non fa un aggiornamento da dieci anni e conosce un solo metodo per spronare gli allievi: la sacra bestemmia!

Nell’incedere costante scopri che la strada non è unica, che ci sono altri treni e che bisogna imbroccare i cambi per non schiantarsi. All’inizio qualche spavento lo prendi, subendo qualche scossone e deragliando qua e là, poi ci prendi la mano e continui nel tuo viaggio verso chissadove. Al che ti dicono che il carbone scarseggia e devi rallentare, che se vuoi continuare è ora che inizi a procurartelo da solo. Allora imbracci il piccone, prendi la carriola e cominci a darti da fare. Ti spacchi la schiena ma lo fai con gioia, pensando a quanto sarà bello quando il treno andrà di nuovo a tutta velocità. In miniera scopri che qualcun altro potrebbe voler fare lo stesso percorso con te, così unite i vagoni e ripartite, doppio peso ma anche doppia quantità di carbone. Non sai se il viaggio sarà sempre sicuro, in fondo entrambi i convogli sono usurati dai tanti chilometri percorsi. Talvolta potrebbe capitarvi la malsana idea di costruire un treno nuovo, insieme. Il problema è che il ferramenta è sempre in ferie e nessuno sa dove sia. Alcuni affermano addirittura che non esista alcun ferramenta. Altri dicono che ha lasciato un manuale con su scritte tutte quante le misurazioni. Allora ti prendi il libricino e lo studi a fondo. Sei convinto che, così facendo, non solo potrai sistemare i tuoi binari storti, i giunti laschi e le ruote consumate, ma saprai costruirne di meravigliosi per il vostro nuovo trenino. Nel viaggio incontri altri come te, in arrivo da ognidove, con la medesima idea ma con un testo diverso. Anche il loro ferramenta è in vacanza… Tu non sei uno che si lascia condizionare ma, nel dubbio, compri tutti i manuali che trovi, non si sa mai che ci sia scritto da qualche parte dov’è ‘sto posto in cui vanno in ferie tutti e quanti i ferramenta. Se è così bello, tanto vale indirizzare il viaggio in quella direzione, invece di insistere verso l’ignoto. Mentre ci ragioni su, però, continui per la tua strada, sempre più lento e arrugginito, finché noti qualcosa di strano.

Guardandoti bene attorno scopri che il paesaggio intorno a te è lo stesso che avevi già visto, molto tempo fa. Ti chiedi come sia possibile, in fondo sei sempre e solo andato in avanti! Man mano che incedi ti accorgi con orrore di aver viaggiato in tondo per tutto il tempo, in un complesso sistema di treni, stazioni, cambi e binari ma pur sempre in un cerchio chiuso su se stesso. Non c’è alcuna meta, dice qualcuno dei tuoi nuovi libri, altri sostengono che il bello è proprio godersi il viaggio, non importa la destinazione e fin che c’è carbone, c’è speranza! Devi solo continuare ad andare senza sosta, finché non l’avrai finito e non avrai più la forza di prenderne dell’altro o non ci sarà qualcuno che lo faccia per te.

A questo punto ti fermi di nuovo a pensare e ti accorgi che, tutto sommato, essere schiavi dei propri bisogni fisiologici non è poi così male: mangiare, bere, dormire e liberarsi degli avanzi, ora e per sempre, “and the best that you can hope for is to die in the sleep”. In fondo, eccezion fatta per l’abbaiare, la tua vita non è poi così diversa da quella di Tabou, il cane della tua amica Mila.

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