Terza pagina #10. “Per Os”

Pubblichiamo quattro testi da Per Os, nuovo lavoro di Fabio Orecchini, uscito il 7 novembre per le edizioni Sigismundus. L’opera, dall’impianto fortemente poematico, prende spunto dalla situazione post-sisma dell’Aquila, uno scenario individuato come allegoria delle molteplici forme di crisi – sociale e politica in primis – che stiamo attraversando. Per Os è la parte testuale di un’opera intermediale e performativa, itinerante e costantemente in fieri, che prende il nome di TerraeMotus. La vicinanza della data di uscita con quella delle ultime scosse sismiche in centro Italia è una coincidenza che l’autore definisce “amara e insostenibile”, ma che diventa “parte stessa dell’evento continuo, del flusso perpetuo di immagini di crolli”, una “ossessione fenomenologica”. Il lavoro installativo/performativo è ricostruito nel sito http://terraemotus.site/

   a togliere via dai resti le macerie le carni dalle vesti
a togliere via le bocche recuperare i denti
a togliere via le lingue le gole dai tormenti

 

lasciare intatti gli occhi, intoccate le orecchie
i corpi materia dell’acedia, le zone interdette
il fuoco di parole che devasta / mentre tutto intorno si tace

 

di fertili e febbrili aversi        ritrarsi in dentro         riarsi avvinghiati ai ranghi come ragni
siamo chiare mosche nel ricamo        rappresìe, sterili al dire         il    fallimento dell’immortalità
domestica:         di morire non senza aver pulito

 

una replica più repliche tante piccole repliche questo replicare
il dolore      naturale

 

un termitare dolente che freme, compatta palpita la terra
fessura, l’anima   negl’occhi l’incavo la cruna tellura
palpebra duole si ritira la bocca l’ossario che resta
una voce                 c’è qualcuno

          che crepa nel muro

                                                   crepa

 

epidemia d’appalti, tra smalti e sfratti quei tralicci, demolizioni di case
da dire, tradurre in giorni in altre notti, andirivieni di falsi presagi a disdire
i giorni in altre notti, senza in attesa senza, ricevere i resti doni
i condoni
i, i,i,                                     i conti da pagare

 

cos’è che resta?

Fabio Orecchini (Roma,1981) realizza opere che attraversano diverse forme d’arte (poesia, poesia visiva, installazioni, performance, video) rivolgendo la sua attenzione alle dinamiche linguistiche e culturali di incorporazione e controllo dell’immaginario. Ha presentato i suoi lavori nei maggiori Festival italiani di poesia, e nei Musei d’arte contemporanea MAXXI (Roma), Ex G.I.L (Campobasso), nei teatri Valle Occupato, India e Tor di Nona(Roma), Binario7 (Monza), Basaglia (Trieste) ed in spazi autogestiti come il Rialto Sant’ambrogio e l’Ex Dogana (Roma) e il Riot (Napoli), Emerson (Firenze). Nel 2014 ha pubblicato per i tipi di Luca Sossella Editore l’opera testuale e verbosonora Dismissione (post-fazione di Gabriele Frasca), in collaborazione con il progetto musicale Pane; questo lavoro è stato presentato in diverse emittenti radiofoniche nazionali e su Rai5 all’interno del documentario “Generazione Y – Poesia italiana ultima”. Recentissima l’installazione TerraeMotus, presentata in diverse varianti “site specific” per alcuni importanti festival italiani. Attualmente lavora come agricoltore a Paliano, nella campagna ciociara.

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