Appunti e risposte ad alcune FAQ sulle manifestazioni “NO GREEN PASS” di Trieste

di Andrea Muni

Lunedì e sabato ero tra le cinque (e poi otto) mila persone che sono scese in piazza nella città di Trieste per protestare contro il Green Pass e contro la dittattura neoliberale a volto scoperto in cui siamo scivolati. Chi scrive è un privato cittadino che non fa parte di alcun partito o associazione (charta sporca a parte), non ha convinzioni esoteriche riguardo a farmaci, salute e cure alternative, né è una persona che ha mai avuto simpatie nazi-fasciste – tutt’altro. Non sono assolutamente contro i vaccini, sarei anzi addirittura favorevole a discutere dell’obbligo per certe fasce d’età (voi avete capito perché non lo fanno l’obbligo? Io no), sono marxista, credo nella ricerca e nell’informazione libera.

Non so se mi fanno più paura quelli che negano il covid o quelli che negano la dittatura neoliberale a volto scoperto in cui siamo scivolati

Scrivo per colmare la totale assenza di informazioni autorevoli su quella che è stata – a detta degli stessi giornali che poi non ne dicono praticamente nulla (fa eccezione l’ottimo pezzo, eccettuati titolo e conclusione, dell’amico Daniele Lettig su “Domani”) – la manifestazione più grande dall’inizio della pandemia. Una manifestazione eguagliata forse solo da quella svoltasi nei giorni precedenti a Firenze in supporto dei lavoratori della GKN. Queste due imponenti e diverse manifestazioni, è lecito sperarlo, sono forse il primo vagito di una lotta globale e su più fronti per i diritti dei lavoratori che vedrà verosimilmente il proprio culmine il 15 ottobre – data dell’annunciata entrate in vigore del Green Pass per tutti i lavoratori.

Non è per il Green Pass che siamo in una dittatura neoliberale, il fatto che una cosa come il Green Pass sia divenuta possibile lo ha semplicemente reso fin troppo evidente anche ai molti che tenevano la testa sotto la sabbia

Vorrei raccontare la giornata di lunedì 20 settembre e insieme rispondere a una serie di FAQ, le più spontanee e immediate che chiunque non c’era potrebbe porsi. Sento il desiderio di farlo perché, dopo aver seguito con attenzione i media locali e nazionali nei giorni successivi alla manifestazione, non posso accettare che un evento di così grande portata popolare rimanga completamente silenziato, quasi non fosse esistito.

Quante persone c’erano? Nonostante il Piccolo (giornale locale di Trieste afferente al gruppo GEDI) abbia scritto – salvo poi correggersi nottetempo, ovviamente senza scusarsi in alcun modo per la clamorosa fake diffusa inizialmente – che la manifestazione constava di “diverse centinaia di persone”, la questura ha invece ufficialmente accreditato la manifestazione di almeno cinquemila persone. Non sono in grado di fare una stima personale, ma diciamo che non è assurdo immaginare che il numero sia ritoccabile al rialzo. C’erano vaccinati e non vaccinati, con mascherina e senza. Persone di ogni tipo, di ogni colore, di ogni età.

Ma chi sono questi cinquemila e più tizi che sono scesi in strada? Si tratta forse della domanda più importante. Dall’inizio della pandemia, e in particolare dall’arrivo di Draghi, ogni forma di protesta e di dissenso è stata letteralmente infangata dai media mainstream, ridotta a pericolosa o capricciosa manifestazione eversiva di qualche gruppo di estrema destra, dei sempre temibili “centri sociali”, o peggio ancora – come accadde a Napoli dopo una rivolta dei commercianti – alla Camorra. Da un anno e mezzo sembra impossibile, secondo i principali media, che la gente sia incazzata come non succedeva dal primo dopoguerra.

Si è trattato di una piazza senza bandiere, senza sigle, piena di persone giovani, di madri e di padri, di bambini, di vecchiette, di lavoratori. La testa del corteo – organizzato dal Coordinamento No Green Pass – ha scandito slogan inequivocabimente antirazzisti e antifascisti, che parlavano di diritto alla salute, allo studio, al lavoro. Slogan di solidarietà con gli altri popoli in lotta contro il Green Pass in questo momento, come quello sloveno; slogan che parlavano del diritto di poter scegliere – non sotto ricatto, e senza cadere nel disprezzo sociale – un trattamento sanitario che in questo momento non è obbligatorio.

Ma soprattutto mi è rimasta impressa una frase, uno slogan, scandito da una giovane madre, che riassume perfettamente lo spirito che personalmente ho respirato in quella piazza e in cui mi sono riconosciuto: “No fascisti, No Grenn Pass”. E preciso che con fascisti, personalmente, intendo tutti coloro che discriminano e hanno comportamenti aggressivi verso chi è diverso per opinioni e abitudini: quindi certamente omofobi e razzisti dichiarati e aggressivi, ma anche persone che direttamente o indirettamente minacciano i diritti dei lavoratori, che ghettizzano le classi subalterne o che sono discriminatorie – a rovescio – contro coloro professano civilmente posizioni e idee conservatrici e/o di destra.

Questa è stata la principale composizione del corteo, almeno per come io l’ho percepito dall’inizio alla fine: gente normale, gente che è stufa di essere dipinta come folle e pericolosa solo perché non accetta più i soprusi di una dittattura neoliberale che deve capire, ora, che non può fare quello che vuole delle nostre vite solo perché ha il tacito consenso degli squallidi partiti del nostro Paese.

Ma i fascisti, e i no-vax radicali c’erano, non c’erano, quanti erano? Sicuramente nella folla era mescolata anche una sparuta minoranza di neo-fascisti e di no-vax radicali, perché negarlo? Ma allo stesso tempo, perché farsene un cruccio? Io ho indossato la mascherina dall’inizio alla fine della manifestazione (salvo che per fumare qualche sigaretta e sorseggiare una birra), e in più di tre ore di corteo solo una vecchia sciocca signora – su cinquemila persone – mi ha invitato a togliere la mascherina sostenendo che se volevo gridare “libertà” non potevo indossarla. Ho avuto pena per lei. Ho sentito anche un tizio, palesemente neo-fascista, lamentarsi – guarda caso – della composizione socioculturale e di classe della piazza, che non gli piaceva neanche un po’, proprio perché lontana da quello che sperava. Questi due esempi, ultra marginali, credo siano utili per dare una risposta, certamente soggettiva e legata al mio vissuto, alla preoccupazione più che legittima che la piazza sia stata un coacervo di folli no-vax e di neo-fascisti. Noto ancora che lo slogan “venduti” è stato indirizzato da una parte del corteo anche alla sede della Lega, al passaggio della manifestazione in zona Ponte Rosso.

Sabato mattina ci sarà una nuova puntata a quanto pare, e credo che tutti – soprattutto antifascisti, giovani e persone che hanno a cuore la condizione dei lavoratori nel nostro Paese – dovrebbero venire a vedere di che si tratta. Non solo, dovrebbero “protagonizzare” questa piazza proprio per assicurasi che non sia strumentalizzata da queste frange ultra-minoritarie e rispetto a cui io stesso non provo alcuna simpatia.

Ieri ilfattoquotidiano.it, che non ha dato la minima notizia della manifestazione di lunedì, ha pubblicato in bella vista sulla propria home il video dell’arresto del candidato sindaco di Trieste del Movimento 3V, dandogli per giunta tutta la visibilità di cui era in cerca. A margine, noto ultimamente – è una mia impressione personale – una sottile incrinatura tra le posizioni dei due direttori (online e cartaceo) del Fatto: un Travaglio sempre più duro contro il Green Pass, e un Gomez decisamente più circospetto e vicino alle posizioni di laRepubblica. Da questo punto di vista Travaglio non fa che aggiungersi al folto gruppo di pericolosi “no-vax e no-green pass” che annovera anche molti altri celebri ignoranti e pericolosi nemici della scienza come Cacciari, Barbero, Wu Ming, Agamben, Veneziani, ecc. Gente sulla cui onestà intellettuale non c’è troppo da discutere, a meno che tu non sia Gramellini. Rido, per non piangere.

Ma hanno minacciato e insultato i giornalisti del Piccolo e la Rai? Questa è forse la fake più divertente di tutte. La Rai, come televisione di Stato notoriamente filogovernativa, e i giornali del gruppo GEDI in particolare (come ilPiccolo e l’ammiraglia laRepubblica) da inizio pandemia sono i principali e più fieri protagonisti del terrorismo mediatico diffuso senza il minimo senso di responsabilità. Sono anche i principali responsabili di una polarizzazione selvaggia e ipermediatizzata (inesistente nel reale tessuto sociale del Paese) tra folli no-vax radicali e negazionisti del virus vs brava gente normale che crede al virus, alla scienza, ai vaccini e alle mascherine.

Aspetto con ansia il prossimo momento in cui questi tizi si prenderanno gioco di una persona in terapia intensiva, o peggio morta, che – per ignoranza o disperazione – negava l’esitenza del virus. Come aspetto anche, invano, di ascoltare prima o poi una sola scusa da parte dei giornali del gruppo Gedi per aver usato consapevolmente e in modo del tutto improprio, per tutta l’estate, l’espressione “no-vax” nei confronti di tutte le persone normalissime che hanno liberamente scelto di non fare questo vaccino, o che hanno deciso di aspettare quello che a loro piacimento ritengono il momento più propizio per farlo. Persone che, per questo, sono state sottoposte alle più assurde angherie, diffamazioni e persino – con il Green Pass – penalizzazioni economiche.

Questa narrazione tossica, questo veleno sparso senza sosta e ad arte dai media mainstream filogovernativi, è il motivo per cui – cara Rai e cari giornalisti del gruppo Gedi – vi trovate cinquemila persone sotto la finestra a urlarvi cose che senz’altro vi dispiacciono. Ma in quanti devono arrivare sotto le vostre finestre prima che, invece di invocare la libertà di stampa e il fascismo alle porte, vi rendiate conto che siete voi a star giocando il ruolo di stampella nella dittatura neoliberale e a volto scoperto di Mario Draghi? Vi prego – prego i tanti bravi giornalisti che si sentono a disagio nell’eseguire ordini che, lo sappiamo tutti, arrivano da molto in alto e rispetto a cui non si può esercitare alcuna reale libertà di stampa – ribellatevi ai vostri padroni. Fatelo. Fate come gli operai della GKN. Il ricatto sul lavoro ce l’avete anche voi, lo sappiamo. Nessuno vi odia personalmente per questo, siete lavoratori come tutti gli altri, e come tali avrete sempre la mia personale solidarietà.

La “brava gente normale” io l’ho vista in piazza lunedì, gente che non ne può più di essere ricattata per lavorare, che non dimentica che per il primo anno di pandemia ci è stato fatto credere che questo virus poteva uccidere indiscriminatamente e in modo massificato chiunque – uomini donne e bambini di tutte le età. Fake – i dati sono sul sito dell’ISS, e a questo proposito sono inequivocabili. Il tentativo mediatico di spacciare questa protesta per il delirio di sparute frange di neofascisti e no-vax radicali è già fallito, mettetevi il cuore in pace. Ora non c’è che da sperare nella fusione della protesta globale contro il Green Pass con le singole lotte locali dei lavoratori in rivolta, come quella di Firenze contro la GKN e la molte altre che sono alle porte.

Un ultimo pensiero per coloro che sono favorevoli al Green Pass: provate a darvi un appuntamento in piazza, provate a contarvi, a guardarvi negli occhi, a sorridervi, nel reale e non su facebook. Provateci, ve lo consiglio, ci si sente meno soli, si prova persino un senso di maggiore rispetto per coloro che non la pensano come noi. Io prima di lunedì avevo perso da mesi persino la voglia di scrivere, a causa dello smarrimento e del senso di solitudine – intellettuale e politica – che ho provato durante il rapidissimo scivolare degli eventi di questa estate. Non potevo accettare di essere diventato – seguendo la narrazione tossica dei media, e a mia insaputa – un “no-vax” solo perché non mi ero ancora vaccinato e perché ritenevo il Green Pass un provvedimento criminale nonché il più grave attacco mai portato ai lavoratori almeno dai tempi dell’abolizione dell’Articolo 18. Grazie alla manifestazione di lunedì ho capito che non ero il solo a sentirmi così, che di “no-vax” radicali e nel vero senso della parola ce n’è davvero quattro gatti, ma che in compenso la protesta è piena di lavoratori incazzati che, una volta di più, stanno pagando in solido per le scelte scellerate di una dittatura neoliberale che ormai gioca a volto scoperto.

Un anno e mezzo fa scrissi questo articolo, #NIENTECOMEPRIMA, in cui anticipavo e auspicavo – facile profezia – i tempi caldi di proteste e rivolte in cui finalmente stiamo entrando. In quel pezzo evocavo lo sciopero generale al ritorno dal lockdown, non si sospettava nemmeno che sarebbero arrivati i vaccini, né che ci sarebbe stato il pasticcio sull’obbligo/non-obbligo (alias Green Pass). Credo che oggi, in un momento in cui la dittatura neoliberale progetta di attribuire alle aziende il potere di controllare e sanzionare i lavoratori non in regola col Green Pass (tutti i lavoratori, anche un bracciante agricolo o un guardiano notturno di un campeggio), un momento in cui il Governo non si fa il minimo scrupolo nel gettare nel panico le piccole aziende che si vedranno costrette a sbattere fuori dall’officina o dal forno i propri dipendenti e lavoranti, in un momento di tale gravità, trovo che la piazza e lo sciopero siano l’unica strada.

Una piazza senza bandiere, senza stemmi, una piazza dove – intanto, prima di tutto – tornare a incontrare persone vere, a sentire storie autentiche. Una piazza dove disintossicarsi dalle narrazioni che ci passano sopra la testa ogni giorno e che nulla hanno a che fare con la vita reale e di relazione delle persone e del lavoratori. E no, non parlo dei numeri dei morti e dei ricoverati, ma del nuovo ordine neoliberale e della stretta repressiva nei confronti dei lavoratori, che mai avrei pensato di vedere in vita, che si sta consumando all’ombra dell’emergenza pandemica (o sindemica che dir si voglia).

È proprio per non lasciare la piazza e la protesta a pochi ultracattolici invasati, no-vax radicali e neofascisti che è tempo di agire ora, tempo di prendere parola in difesa di noi stessi e di tutti gli altri lavoratori. La marginalizzazione durante la manifestazione di queste figure è stata il sintomo più evidente della piazza di lunedì, una piazza in cui a farla da padrone sono state le facce di tante persone normalissime: ho riconosciuto vicini di casa, di quartiere, persone di scienza, giornalisti, persone di estrema-sinistra (come me), operai, anziani, studenti, giovani immigrati, questi sono stati i volti che io ho visto e riconosciuto principalmente alla manifestazione. Provare per credere.

Segnalo infine la pacificità e la gioiosità del corteo, che mi ha fatto riflettere su quanto la pulsione alla chiusura, all’aggressione e alla violenza non abbiamo molto a che fare con l’essere pro o contro il Green Pass. Ho visto coi miei occhi delle ragazzine (le uniche persone che non lo abbiano salutato con entusiasmo tra tutte quelle che si sono affacciate) insultare pesantemente il corteo da un balcone e non ricevere in cambio dalle centinaia di persone che stavano offendendo e provocando – tra cui me – nemmeno un gestaccio. Al contrario, a Roiano (quartiere di Trieste) ho trovato questa intimidazione squadrista scritta su uno dei manifesti che annunciavano la manifestazione del lunedì precedente:

…e ancora non credo – davvero, senza sarcasmo – che essere pro o contro il Green Pass definisca di per sé una persona come pericolosa, folle o aggressiva. E penso proprio che nessuno di noi dovrebbe più cadere in questa trappola e in questa falsa polarizzazione.

11 COMMENTS

  1. Grazie.
    Mi domando, però, perché è cosi difficile fare i calcoli: se via Roma è lunga 1000 m e si calcolasse una persona ogni metro, moltiplicato per una decina in larghezza, non sarebbe un calcolo semplice?

  2. Mi sono vaccinato non appena me l’hanno consentito; ma contrario al green pass per com’è stato concepito e applicato.

    Nonostante ciò, il corteo non mi ha convinto per niente: perché?

    1) Tra le varie “anime” presenti, spiccava per bene quella degli anti-vaccinisti. E d’altra parte, se Alister era tra i co-organizzatori, cosa ci si poteva aspettare di diverso? Da una piazza di “sinistra” mi aspetterei un discorso che punti sull’abolizione dei brevetti dei vaccini, così da permettere ai Paesi che non se lo possono permettere (continente africano in primis, che ha una copertura vaccinale mediamente del 2%) di poter accedere al vaccino; non di trovarmi striscioni che dicono, papale papale, che il vaccino è sperimentale, pericoloso e castronate simili.

    2) Continuando sulla “diversità” del corteo, erano ben rappresentati Casa Pound, Forza Nuova, curva Furlan, l’ala destra degli indipendentisti e chi più ne ha più ne metta. Nessun imbarazzo? Forse le rivendicazioni della manifestazione erano un po’ troppo vaghe e senza un chiaro indirizzo etico?

    3) Dulcis in fundo, gli attacchi ai giornalisti (“assassini”? sul serio?) fatti da persone che non hanno la minima idea di come funzioni il mondo dell’informazione OGGI, dove la gran parte degli articoli sui quotidiani sono firmati da PRECARI SOTTOPAGATI. Precari che per campare devono scrivere parecchi articoli al giorno, e che pertanto è tanto se riescono a seguire mezz’ora di corteo (magari all’inizio dove, come in questo caso, la partecipazione era minore). Chi si riempie la bocca di simili slogan indegni, poi, è il primo a non pagare un euro quando si tratta della propria informazione (dopotutto esiste il web, perché mai dovrei leggere o comprare un quotidiano?), perpetuando quel sistema malato che ritiene da una parte che l’informazione debba essere gratuita, e che – dall’altra – vuole che si paghi poco o nulla chi la notizia la scrive, gravando ovviamente sulla qualità dell’informazione. Si vuole criticare il meccanismo che porta i gruppi editoriali a essere legati a doppio filo ai grossi industriali? La soluzione è rendere l’editoria economicamente indipendente, non certo il suo opposto. E, in ogni caso, prendersela generalmente con i “giornalisti”, categoria enormemente sfaccettata al suo interno tanto dal punto di vista dell’ISEE quanto da quello di competenze e onestà intellettuale, è vergognoso. Quantomeno come additare tutti i contrari al green pass quali “no-vax”.

  3. Posso chiederti da dove trai la certezza dei pesi che attribuisci alla varie “anime” di una manifestazione di diecimila persone? Da un’impressione personale perché c’eri, da informazioni che hai cercato di prima mano o hai ricavato dai media ufficiali o dal web (e se sì quali), o da racconti di prima mano? Chiariamo un po’ le fonti insomma, se puoi/vuoi 🙂
    Non mi stupisce che Alister sia dentro a quella piazza, ma non capisco come fai – su che basi – a definire la loro presenza più o meno massiccia. Sui cartelli no-vax radicali, pochissimi, io sono stato nella manifestazione per tutto il tempo, e confermo che c’erano, ma ti dico che non ne avrò visti più di tre o quattro in tutta la manifestazione. E non considero no-vax radicali quelli che tuonano contro le multinazionali del farmaco, tu sì?:) Sulla presenza, che non so su quali basi, definisci “ben rappresentata” di elementi della destra eversiva, mi piacerebbe – se le hai – ci mettessi a parte dei dati a partire da cui lo affermi (io ho premesso che non pretendo con il mio racconto di uscire da una descrizione soggettiva degli eventi). Infine, riguardo alla dimensione “di sinistra” della piazza, stando a quello che è documentabile, la testa del corteo ha scandito slogan inequivocabili a sostegno di paesi poveri e contro ogni tipo di discriminazione. Sui giornalisti faccio un secondo commento tra un po’, perché capisco che – come dici perfettamente – una persona che lavora come giornalista possa sentirsi attaccata, in particolare dal modo in cui viene raccontata – dai media e dal mondo dei mediea – la protesta contro la rai e contro ilPiccolo

    • Ho visto in prima persona la manifestazione precedente (organizzata dalle stesse realtà), per quanto riguarda invece la successiva – dato che stavo lavorando – mi sono dovuto accontentare di quanto riferitomi da diverse persone presenti, alcune dentro il corteo per convinzione, altre per pura curiosità, altre ancora per lavoro. I nomi te li posso fare in privato, dato che le conosci. Devo dire che i diversi racconti erano piuttosto concordi… Quando dico “ben rappresentata” intendo dire che le persone pubblicamente riconducibili a quel partito/movimento c’erano tutte.

      Per quanto riguarda Alister (sul fronte no-vax) e Casa Pound/Forza Nuova (sul fronte neofascisti), il punto è, come dicevo nel commento sopra, quali paletti vuoi (o non vuoi) mettere nel momento in cui lanci una manifestazione, e le conseguenze di quella scelta. Faccio un esempio: se nei manifesti della manifestazione si fosse scritto, insieme al “no al green pass”, un “sì al vaccino”, pensi che Alister avrebbe partecipato? 😉

      P.S. Il primo modo per attaccare le multinazionali del farmaco è chiedere di togliere i brevetti che speculano au una situazione di emergenza e creano una disparità di trattamento ingiustificabile tra paesi ricchi e poveri. Non certo dire che il vaccino è «pericoloso» (come riportava ad esempio uno striscione del corteo).

  4. io veramente non capisco però:
    1) se gente di destra è contro il green pass, gente “di sinistra” non dovrebbe volerla dentro il corteo, stante il fatto che non ci sono simboli? perché? è una battaglia su una cosa specifica
    2) questo discorso si potrebbe fare su tutto: tipo una manifestazione per i richiedenti asilo in cui anarchici anticlericali si spartiscono una piazza coi beghini e i chiesotti. dovrebbero fare due piazze?
    3) ti chiedevo e fonti non per farti il pelo, ma perché si sa che ognuno tira l’acqua al suo mulino.E anch’io sono tra quelli che ti ha raccontato il corteo di sabato, ma si vede che non ho ti convinto 🙂
    4) sulla prima manifestazione non potrei essere più in disaccordo, ho percorsoin lungo e in largo il corteo, proprio perché smanioso di comprenderne la composizione, l’ho fatto dall’inizio alla fine e rivendico la mia testimonianza 🙂

  5. 5) hai visto un cartellone che inneggiava alla pericolosità del vaccino (io ne ho visti addirittura tre forse), ma questo ti è bastato per dire che la piazza è popolata di no-vax? per non vedere del buono in diecimila persone che sono scese nella nostra città in piazza, per mandare a quel paese Mario Draghi (!!!), i partiti inqualificabili della sua maggioranza, le misure deliranti che sono state prese in quest anno e mezzo. Non pensi al contrario che si potrebbe, da dentro aiutare i pochissimi no-vax a capire verso quali più fruttuosi lidi è il caso di orientare il loro “complottismo”? Io spero che, in ogni caso, impediscano di portare ogni tipo di cartello, proprio per evitare certe strumentalizzaizoni, comunque io mi scandalizzo molto di più del fatto che qualcuono possa non trovare questa piazza uno sprazzo di salute e di vita, in due anni di orrore, che non di due disgraziati no-vax radicali che scrivono che i vaccini son un pericolo.

  6. E qui arriviamo alla spinosa questione “giornalisti”. La gente non sa che per la maggior parte anche voi siete degli schiavi, che non potete scrivere quello che volete o credete quando siete pagati dai vostri datori di lavoro/padroni. Raccontate però alloro questo, no? Se un giornalista difende il padrone che lo paga per diffondere falsità e paura è ovvio che la gente si incazza. Fate qualcosa, smarcatevi, cari tanti bravi giornalisti e persone che conosco e stimo di rai e Piccolo, almeno a titolo personale. Dal fatto che i non vaccinati sono stati chiamati “no-vax” d’ufficio. Dai tanti articoli in serie di esultanza per le morti e le terapie intensive di gente che chissà in che stati mentali è per negare l’esistenza del covid. Prendete parola contro queste cose, prendete parola contro gli articoli in serie sui pochissimi under 40 morti, che pare invece che siano migliaia se uno non si informa da sé. Vi lamentate che la gente si informa da sé… ma Stefano tu pensi veramente che i principali media del Paese abbiano fatto buona informazione sul covid in questi due anni? E sull’ “assassini”, boh, mi pare un po’ eccessivo rimproverare la piazza, anche negli slogan vegetariani si dice che mangiare carne è omicidio e non mi sono mai sentito offeso, anzi,la cosa mi ha fatto pensare. Io credo che sarebbe il momento buono questo per una bella rivoluzione dal basso anche nel mondo del giornalismo, che sicuramente non arriverà dal Piccolo e dalla rai – anzi, ma dai tanti giornalisti coraggiosi che alzeranno la testa, senza paura di perdere la corona :).E COMUNQUE, AMICI NO GREEN PASS, NON PRENDETEVELA COI GIORNALISITI, MA COI LORO PADRONI!!!

  7. Non fingere di non vedere il problema: non si parla di “gente di destra”, ma di gruppi politici neofascisti organizzati. Non so te, io in genere almeno una decina di manifestazioni l’anno me le faccio, e non mi è mai capitato di condividere la piazza con loro (quand’è successo, era perché ero in una contro-manifestazione 😉 ). Il fatto che fosse una battaglia “contro una cosa specifica” non giustifica la situazione e pone in luce semmai quella mancanza di fondo etico-politica che facevo notare sopra: puoi benissimo essere contro una cosa e far notare, nel promuovere il corteo (comunicati, volantini, manifesti, ecc), che sei a favore di qualcos’altro. In questo modo cogli due piccioni con una fava: eviti presenze imbarazzanti (no vax, casa pound, ecc) e al tempo stesso le strumentalizzazioni di chi vuole delegittimarti; ma mi rendo conto che, a volte, fa comodo fare un unico calderone, così da avere più persone in piazza. È una scelta legittima, ma non la condivido per niente.

    Sulla questione giornalisti, hai stravolto quel che dicevo. Non ho mai detto che «non possiamo scrivere quel che vogliamo»: a me personalmente non è mai stato detto cosa scrivere e cosa no, e l’unica volta che sono stato censurato ho sbattuto la porta della testata in questione per non scriverci più, denunciando la vicenda a FNSI e a Ordine regionale. Quel che dicevo è che, vista la mole di lavoro a cui sono sottoposti i freelance, non ci si può aspettare che la svolgano in maniera sempre eccelsa o dedicandovi tutto il tempo che una certa vicenda richiederebbe. Si tratta di un problema strutturale del mondo dell’informazione, ignorato dai più ma denunciato quotidianamente dai sindacati di categoria (che ti invito a seguire).
    Sinceramente non ho mai visto articoli che “esultavano” per la morte per covid di negazionisti, ma se mai fossero stati pubblicati sarebbero contrari a ogni deontologia e verrebbero sanzionati dallo stesso Ordine dei Giornalisti (in base all’art. 6 del Testo Unico).
    L’aver confuso non vaccinati e no-vax temo sia più un’ottusa semplificazione e/o esigenza dei titolisti (questa confusione terminologica generalmente riguarda i titoli), non per veline calate da chissà dove…

  8. Sono d’accordo con te sul rischio di strumentalizzazioni, ma devo anche dire che considerata la folla oceanica, per ora mi pare che il Coordinamento abbia fatto un ottimo lavoro. Ti ripeto, io mi sono avvicinato alla manifestazione perché i manifesti parlavano chiaro “vaccinati e non vaccinati insieme”, contro ogni discriminazione – compresa quella del green pass. E devo dire che – una volta entrato nel corteo – questo è proprio lo spirito che ho respirato. Poi ammetto che l’ultima volta sono stato in testa quasi tutto il tempo, quindi non pretendo di sapere oggettivamente cosa è successo in fondo (mentre nel primo corteo – proprio per la curiosità, sono stato un po’dappertutto).
    Ma Stefano, scusa, sui giornalisti, prendiamo la tremenda fake (bufala assurda e vergognosa) pubblicata senza firma sulla Home del Piccolo, corretta solo in tarda notte di lunedì, che parlava di “diverse centinaia” di persone presenti alla manifestazione. Qualcuno l’ha scritta, non firmato, qualcuno gli ha detto di scriverla. Ed è ovvio che la cosa aveva palesemente l’obiettivo di non far scendere altra gente in piazza, di dissuadere le persone dal provare interesse per qual che stava accadendo. E nonostante questo ti assicuro che nessuno in quella piazza torcerebbe un capello al compagno giornalista che ha dovuto materialmente scrivere quella bugia per lavoro. Un giornalista del Piccolo, lo sai anche tu, non può dire, qualora non lo pensasse, “no, io non scrivo questa bugia”. È una persona che sta lavorando, e – non facciamo finta di no – se la direzione gli dice “scrivi questo, lui – parola più parola meno – deve scriverlo”. E se si tratta di un free lance, forse per una volta potrebbe scriverlo, teoricamente, ma poi sicuramente si sogna di essere ricontattato per altri lavori. Anche questo è un ricatto, come il green pass.
    Davvero, senza polemica, solo per capirci, tu non hai visto in quest’ultimo anno i media del gruppo Gedi mettere sempre in prima pagina sulle loro home online no-vax e under 40 morti di covid, non appena ce n’era uno? Non li hai visti anche tu, dall’inizio del covid e almeno fino a ottobre 2020, nascondere per mesi – almeno fino a che la cosa non è diventata palese a tutti – il fatto che i numeri dei morti per fasce d’età erano diversissimi? Non li hai visti rificolizzare, umiliare e accusare a di fascismo, camorra, estremismo di sinistra, tutti quelli che sono scesi in piazza disperatamente finora contro il governo più scopertamente autoritario e neoliberale della storia repubblicana? Tu non credi che questo sia davvero il più neoliberale e autoritario dai tempi del fascismo? [grazie per questo confronto 🙂

    ps: altro “temibile novax”, il presidente emerito della corta costituzionale https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/09/28/il-governo-e-sordo-alle-richieste-dei-lavoratori-non-resta-che-lo-sciopero-generale/6334216/ – Complimenti sinceri al Fatto per avergli dato voce. pps: “sciopero generale” è stato uno degli slogan più scanditi durante la manifestazione.

    • sulla notizia sulla home del Piccolo, poi corretta, dici: «Qualcuno l’ha scritta, non firmato, qualcuno gli ha detto di scriverla. Ed è ovvio che la cosa aveva palesemente l’obiettivo di non far scendere altra gente in piazza, di dissuadere le persone dal provare interesse per qual che stava accadendo.»

      Su questa ricostruzione non concordo. A che ora è uscita la prima notizia? Molto più probabile, a mio avviso, che si tratti di pressapochismo dovuto all’aver seguito la manifestazione solo nei momenti iniziali, quando le persone erano meno. Sai che boomerang di immagine, per un quotidiano, fare un’uscita del genere? E ti pare che lo farebbero per una semplice manifestazione? In ogni caso mi sembra che conosciamo bene diversi redattori del Piccolo, invece di fare supposizioni possiamo rivolgere direttamente loro la domanda 😉

      «tu non hai visto in quest’ultimo anno i media del gruppo Gedi mettere sempre in prima pagina sulle loro home online no-vax e under 40 morti di covid, non appena ce n’era uno?»

      Generalmente leggo i quotidiani di carta, rarissimamente i siti di informazione, perché ritengo la qualità dei primi nettamente superiore (per i motivi già detti), mentre del gruppo Gedi leggo soltanto Il Piccolo quindi sulle domande specifiche che mi poni non ti posso dire granché. In ogni caso, mi sembra più che legittimo mettere in home una notizia del genere, se non altro perché quanto più un evento è improbabile tanto più è informativo quando si verifica, e perciò VA raccontato. Stesso principio per cui viene pubblicata la notizia di un imprenditore arrestato per corruzione, mentre quello onesto “non fa notizia”.

      Sinceramente non ho visto nemmeno “nascondere” sta notizia delle morti per fascie d’età, anzi… Era piuttosto chiaro fin da subito che le persone maggiormente a rischio erano quelle anziane o con patologie pregresse, così come però anche per le e i giovani il covid-19 non è certo una passeggiata. Limitandomi all’esperienza personale, conosco diversi coetanei stati parecchi male quando se lo sono preso, uno addirittura ricoverato in ospedale. Mentre non ne ho conosciuto ancora alcuno finito in ospedale (né tantomeno morto) per essersi vaccinato, nonostante nel primo insieme il numero sia di una decina, mentre nel secondo – a spanne – di un centinaio. Questo se restiamo ai numeri “soggettivi”, ma se andiamo ai dati ufficiali possiamo ricavarne le stesse conclusioni. Pertanto mi sfugge il perché tante persone istruite e informate non si siano ancora vaccinate, al di là di ‘sta porcata del green pass…

      «Tu non credi che questo sia davvero il governo più neoliberale e autoritario dai tempi del fascismo?»

      Non saprei Andrea, di governi neoliberali e/o autoritari ne abbiamo avuti fin troppi anche solo nella seconda repubblica, senza andare troppo indietro. Non amo fare classifiche, ma tu dove metteresti Berlusconi I, II, III e IV, Mario Monti, e persino Matteo Renzi? Cosa sono stati, governi socialisti? 🙂

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